Risultati dello studio ERAS

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Impianto

Casale Bussi , Viterbo

Gestore dell’impianto: Ecologia Viterbo S.r.l.

Sede legale: via Atto Tigri n.11. 00197 Roma.

Stabilimento: loc. Casale Bussi, via S.P. Teverina km 7,600.

Casale Bussi, Viterbo

Ambiente

Impianto

Impianto di Trattamento Meccanico e Biologico di Viterbo, Casale Bussi

L’impianto di Trattamento Meccanico Biologico è localizzato nel comune di Viterbo in località Casale Bussi.
E’ gestito dalla società “Ecologia Viterbo  srl” ed è attivo dal 2000.
A circa 8 km, in località Le Fornaci,  è localizzata la discarica per rifiuti non pericolosi.

Territorio

L’area di studio è costituita dal territorio dei comuni di Viterbo e Vitorchiano.

La popolazione residente nel 2008 è pari a 66.208 abitanti.


 

 (fonte: ISTAT “Stima del carico inquinante delle acque reflue urbane anno 2005-2008)

 

Il territorio presenta una prevalenza di aree destinate ad uso agricolo e di aree naturali.

 

(fonte: Carta Uso del Suolo Regione Lazio, 2003)

 

Le attività economiche presenti coinvolgono complessivamente 17.880 addetti.

 

(fonte: ISTAT, Censimento industria e servizi 2001 - Classificazione delle attività economiche Ateco 2007)

 

Le principali infrastrutture di trasporto sono rappresentate dal raccordo Civitavecchia-Orte (SS204), dalla strada statale Cassia (SS2), dalla linea ferroviaria Roma-Viterbo, e dalle strade provinciali Teverina e Ombrone. 

 

Considerando i corpi idrici di riferimento definiti dalla Regione Lazio ai fini della tutela delle acque, nell’area sono presenti il Fosso Biedano ed il Torrente Traponzo, entrambi appartenenti al bacino idrografico del fiume Marta. 

 

(fonte: Regione Lazio)

 

Sono presenti aree naturali sottoposte a vincoli di tutela. 

 

(fonte: Regione Lazio)

 

 

(fonte: Regione Lazio)

 


Stato dell'ambiente e fattori di pressione

Qualità delle acque 

La Regione Lazio dispone di una rete di monitoraggio della qualità delle acque superficiali (fiumi, laghi e marino-costiere) e sotterranee (acque di falda) su cui si articola il programma annuale di monitoraggio realizzato da ARPA Lazio. Tale programma consente di valutare lo stato e l’evoluzione della qualità delle acque e costituisce un supporto alla pianificazione di interventi di mitigazione e risanamento.

In questo senso un quadro complessivo può essere delineato sulla base dei risultati di tutta la rete di monitoraggio nei diversi anni. Per una lettura correlata allo specifico territorio, si riporta lo stato di qualità delle acque delle 5 stazioni di misura presenti nell’area.

 

Il monitoraggio è finalizzato alla definizione, dal punto di vista chimico, del grado di  compromissione degli acquiferi per cause naturali e antropiche e alla verifica della presenza di sostanze chimiche  “pericolose”. L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 5 categorie corrispondenti a una qualità decrescente

 

Acque sotterranee

 


 

(*) se la presenza di tali sostanze è di origine naturale, così come appurato dalle Regioni o dalle Provincie autonome, verrà automaticamente attribuita la classe 0.

 

 

Rappresentazione cromatica delle acque con presenza di sostanze pericolose


La presenza di sostanze pericolose in concentrazioni superiori ai valori limite fissati nella Tabella 2 dell’Allegato 5, parte quarta, del D. Lgs. 152/06 viene rappresentata cromaticamente con le seguenti modalità.

 

 

Per ogni stazione di monitoraggio, nella tabella successiva, sono riportati gli indici di qualità ambientale secondo la definizione generale prevista per le acque superficiali e sotterranee.

 

(fonte: Regione Lazio e ARPA Lazio)

 

 

(fonte: Regione Lazio e ARPA Lazio)

 

Con riferimento al periodo dal 2006 al 2010, si evidenzia che lo stato dei corpi idrici sotterranei si è mantenuto su un valore di qualità “buono”, e solo nel 2010 compare la presenza di sostanze pericolose con valori superiori ai limiti di accettabilità. 

 

  

Posizione dei punti di campionamento della rete di monitoraggio delle acque rispetto all’impianto di TMB

 

 

Qualità dell'aria

L’ARPA Lazio effettua il monitoraggio della qualità dell’aria ai fini della valutazione  della distribuzione su tutto il territorio regionale della concentrazione al suolo delle principali sostanze inquinanti (biossido di zolfo, biossido di azoto, monossido di carbonio, benzene, PM10 e Ozono). L’attività di monitoraggio viene condotta impiegando in maniera coordinata e finalizzata alla descrizione dell’intera realtà regionale: misure in siti fissi (la tradizionale rete di monitoraggio della qualità dell’aria), misure con sistemi mobili, modelli di calcolo.

La rete di monitoraggio è attualmente costituita da 37 stazioni fisse.

Nei comuni di Viterbo e Vitorchiano è presente una stazione di monitoraggio ubicata nel comune di Viterbo che nel periodo 2006-2010 ha registrato sempre valori inferiori ai limiti previsti dalla normativa.  

 



Fattori di pressione

Le attività economiche, a seconda della tipologia e della dimensione, possono costituire un fattore di pressione ambientale.

Nel territorio dei Comuni di Viterbo e Vitorchiano le attività economiche che vedono impegnate il maggior numero di addetti sono quelle di tipo commerciale (2.740 addetti che rappresentano circa il 15 % del totale). Le attività manifatturiere impegnano 1.322 addetti (circa il 7% del totale). 

(fonte: ISTAT, Censimento industria e servizi 2001 - Classificazione delle attività economiche Ateco 2007)

Nell’area  è presente un  impianto industriale   soggetto ad Autorizzazione Integrata Ambientale (ai sensi del D.lgs 59/2005 succ. mod e int) appartenente alle seguenti categorie:

  • 5.1. Impianti per l'eliminazione o il ricupero di rifiuti pericolosi, della lista di cui all'articolo 1, paragrafo 4, della direttiva 91/689/Cee quali definiti negli allegati II A e II B (operazioni R 1, R 5, R 6, R 8 e R 9) della direttiva 75/442/Cee e nella direttiva 75/439/Cee del Consiglio, del 16 giugno 1975, concernente l'eliminazione degli oli usati, con capacità di oltre 10 tonnellate al giorno.
  • 5.3. Impianti per l'eliminazione dei rifiuti non pericolosi quali definiti nell'allegato 11 A della direttiva 75/442/Cee ai punti D 8, D 9 con capacità superiore a 50 tonnellate al giorno.

 

Stima delle emissioni di inquinanti atmosferici

Nell’ambito del piano di risanamento della qualità dell’aria (ottobre 2010) la Regione Lazio si è avvalsa di una articolata stima delle emissioni di sostanze inquinanti a livello comunale per le diverse tipologie di sorgenti (industria, traffico, ecc.).

Nella tabella successiva sono riportate le emissioni stimate a livello annuo (T/anno) per l’area di indagine e quelle relative all’intera provincia e regione al fine di consentire un agevole confronto relativo alla  “potenziale”  criticità dell’area.

 

Stima delle emissioni di inquinante per tutto il territorio relativamente al particolato fine (PM10)


Acque reflue urbane e industriali

La stima del carico inquinante delle acque reflue urbane dovuto alle sostanze biodegradabili prodotte dalle attività domestiche ed economiche nel 2008 è riportato nella tabella seguente.

 

(fonte: Stime del carico inquinante delle acque reflue urbane, 2010, ISTAT) 

Rifiuti 

La produzione di rifiuti urbani può essere stimata utilizzando il  dato regionale 2007 di produzione pro capite di rifiuti urbani (604 kg/ab.*anno).

(fonte: elaborazione dati ISTAT e Rapporto rifiuti 2008, ISPRA)

 

La raccolta differenziata della provincia di Viterbo è stata nel  2007 pari al 9,3% (fonte: Rapporto rifiuti 2008, ISPRA).

Popolazione Residente

Fonte: Istat

Controlli e monitoraggi ambientali

L’impianto è autorizzato sulla base del D.lgs 59/2005 succ. mod e int. (“Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento) che prevede diversi livelli  per le attività di controllo:

- autocontrolli, effettuati dal gestore in ottemperanza all'autorizzazione integrata, i cui esiti devono essere inviati all'autorità competente secondo le modalità e frequenze stabilite dall'autorizzazione stessa;

- controlli programmati, di competenza ISPRA - ARPA anch'essi da effettuare secondo quanto previsto e programmato dall'autorizzazione, precipuamente rivolti a verificare:

- il rispetto delle condizioni dell’autorizzazione integrata ambientale;

- la regolarità dei controlli a carico del gestore, con particolare riferimento alla regolarità delle misure e dei dispositivi di prevenzione dell'inquinamento nonché al rispetto dei valori limite di emissione;

- l'ottemperanza del gestore ai propri obblighi di comunicazione e informazione dell'autorità competente, anche con riferimento all'ipotesi di inconvenienti o incidenti in grado di influire in modo significativo sull'ambiente;

- controlli occasionali, derivanti da "ispezioni straordinarie" disposte discrezionalmente dall'autorità competente.

 

Le attività di controllo dell’impianto previste nell’autorizzazione sono riportate nel PMC. 



Modelli di valutazione della qualità dell'aria

 

Per valutare la potenziale esposizione della popolazione (footprint dell’impianto) si è deciso di esprimere le emissioni diffuse dei TMB attraverso un inquinante generico “tracciante” e ipotizzare una emissione areale stabilita per convenzione, pari ad 1 tonnellata/anno.

L'area degli impianti è stata approssimata attraverso celle quadrate di lato pari a 125x125 m e sono stati calcolati i tassi di emissione dell'inquinante generico per ogni cella. I tassi di emissione sono stati considerati come dati di input per un modello di dispersione lagrangiano che usa informazioni sulle emissioni, sulla orografia del territorio e sulla meteorologia. Questa procedura ha consentito la produzione di mappe di concentrazione media annuale al suolo specifiche per TMB che, sebbene non contengano informazioni utili sulle concentrazioni assolute nei singoli punti (poiché non è stata scelta una sostanza specifica, né è stata stimata un'emissione annua per tale sostanza), consentono di comprendere come si disperde un generico inquinante emesso dall'impianto nell'area circostante e compiere quindi una valutazione dell'esposizione.

La figura rappresenta le aree nelle quali, rispetto alla massima concentrazione stimata dal modello di un inquinante generico, si ha un livello di  concentrazione  superiore al 2% (area gialla) e superiore  al 5% (area rossa).

Comuni

L'impianto è situato nel comune di Viterbo.

Stato di salute popolazione residente

Risultati studio ERAS

 

Coorte dei residenti intorno all'impianto

Stato di salute popolazione esposta

Il trattamento meccanico-biologico (TMB) è una tecnologia di trattamento a freddo dei rifiuti indifferenziati (e/o avanzati dalla raccolta differenziata) che sfrutta l'abbinamento di processi meccanici a processi biologici quali la digestione anaerobica e il compostaggio. Appositi macchinari separano la frazione umida (l'organico da bioessicare) dalla frazione secca (carta, plastica, vetro, inerti ecc.); quest'ultima frazione può essere in parte riciclata oppure usata per produrre combustibile derivato dai rifiuti (CDR) rimuovendo i materiali incombustibili.

Obiettivo dello studio è valutare l’associazione tra la residenza nei pressi degli impianti per il TMB dei rifiuti  presenti nel Lazio e il ricorso alle cure ospedaliere.

La coorte è composta da 265,052 persone, delle quali 8,933 residenti in zone in cui si osserva la massima ricaduta dell’inquinante “tracciante”  emesso dall’impianto (gruppo dei più esposti).  I dati a disposizione evidenziano una associazione tra stato socio economico più svantaggiato e residenza in aree a più alto impatto degli impianti (percentuali maggiori di basso livello di istruzione, di lavoratori manuali e disoccupati, livello socio economico basso e medio basso nel gruppo degli esposti rispetto al gruppo di riferimento ).

I rischi di ospedalizzazione generale della popolazione esposta a più alti livelli dell’inquinante generico non differiscono da quelli della popolazione non esposta (HR=1.02, IC95%=0.95-1.10, HR= 0.97, IC 95% 0.90-1.05). Anche per le malattie dell’apparato circolatorio e respiratorio non si riscontra nessuna associazione tra l’esposizione in studio e il ricorso ai ricoveri ospedalieri.

Lo studio non ha evidenziato differenze nell’accesso alle cure ospedaliere per coloro che sono maggiormente esposti all’impatto degli impianti per il Trattamento Meccanico Biologico dei rifiuti di Roma Salaria e Rocca Cencia. 

Effetti sulla salute

Informazioni non ancora disponibili